Arrosto al latte (ma cotto nella lavastoviglie!)

Finalmente è arrivato l’autunno, finalmente si è portato via le zanzare che mi stavano dissanguando il figliolo (da me non ci vengono, mi sa che sono brutta, sporca e puzzolosa… ), finalmente è arrivata la bora, un vento che amo moltissimo, come tutti i miei concittadini che con questo gelido vento di est nord-est ci sono nati, che sono vissuti combattendo contro le gelide raffiche di burja proveniente dalla Russia, memori di quando ogni angolo di strada era “abbellito” dai paletti con le catenelle, indispensabili per i passanti che rischiavano un rovinoso capitombolo ad ogni raffica che superasse i 100 km/h.

Sì, perchè la bora arriva quasi sempre a questa intensità, spesso superandola, e non di rado ci siamo avvicinati ai 200 km orari, eppure è bellissima, il cielo è terso, limpido, l’aria è pulita, non c’è smog, nessun fumo di scarico, il monossido di carbonio rimane solo un ricordo, nessun scarico industriale, nessun residuo dato dagli impianti di riscaldamento, una meraviglia anche per lo sguardo perchè i colori cambiano, sono più vividi, come dopo una pioggia intensa.

Chi in questa città non ci è nato spesso non la sopporta, riferisce la sensazione di trovarsi nella centrifuga di una lavatrice, eppure è meravigliosa, riesce a trasformare il mare che, dalle sembianze estive perfettamente mediterranee, riesce ad eguagliare la bellezza di un porto aperto sul Baltico.

Sono riflessioni nate nel provare questa ricetta, perchè è stata la mia amica Libera, di Accantoalcamino, che me l’ha insegnata… e Libera è una mia concittadina, anche se “in trasferta” a qualche chilometro da me, perchè so che con un soffio di bora riesco a mandarle un po’ del profumo del “nostro” mare…

Ieri sera navigando nel web ho trovato questa bella leggenda, che copio tale e quale come l’ho letta, non conosco l’autore che ce la riporta in maniera così poetica, ma lo ringrazio e mi complimento per la bravura nella stesura.

LA LEGGENDA DELLA BORA

Molti, molti anni fa Vento, scorrazzando per il mondo con i suoi figli, tra cui Bora, la più bella e la più amata, capitò in un verdeggiante altipiano che scendeva ripido verso il mare. Bora si allontanò dall’allegra brigata dei suoi fratelli, per correre a scombussolare tutte le nuvole che si trovavano in quell’angolo di cielo e a giocare con i rami dei quercioli e dei castagni, che si agitavano …nervosi al suo passaggio. Dopo un po’, stanca di correre di qua e di là senza alcuna meta, Bora entrò in una grotta dove, nel frattempo l’umano eroe Tergesteo, un Argonauta sulla via del ritorno dall’impresa del “Vello d’Oro”, con l’invitta spada Buriana al suo fianco, si riposava dal lungo viaggio.Tergesteo era così forte e così bello e così diverso da Vento, e da Mare e da Terra e da tutto quello che fino a quel momento Bora aveva visto e conosciuto, che di colpo se ne innamorò. E di colpo fu passione tempestosa, passione che Tergesteo ricambiò con eguale impeto: e i due vissero felici in quella grotta tre, cinque, sette splendidi giorni d’amore. Allorché Vento si accorse della scomparsa di Bora (ci volle un bel po’ di tempo perché i suoi figli erano tanti e molti di loro parecchio irrequieti) si mise a cercarla tutto infuriato. Cerca di qua, cerca di là, cerca che ti cerca – al vedere tanta furia tutti si nascondevano al suo passaggio- finché un cirro-nembo brontolone, irritato da tutto quel trambusto, gli rivelò il rifugio dei due amanti. Vento arrivò alla grotta, vide Bora abbracciata a Tergesteo, e la sua furia aumentò enormemente. Senza che la disperata Bora potesse in alcun modo fermarlo, si avventò contro l’umano, gli strappò la spada dal fianco, lo sollevò e lo scagliò contro le pareti della grotta, finché l’eroe restò immobile al suolo, privo di vita. Vento, per nulla pentito del suo gesto, ordinò a Bora di ripartire, ma lei impietrita dal dolore non ne volle sapere. Bora piangeva disperatamente e ogni lacrima che sgorgava dal suo pianto diventava pietra e le pietre erano ormai talmente tante, ma tante, da ricoprire tutto l’altipiano. Allora Odino, che era un Dio saggio, ordinò a Vento di ripartire e di lasciare Bora sul luogo che aveva visto nascere e morire il suo grande amore: ma Bora ancora non smetteva il suo pianto. E allora Terra, preoccupata per tutte quelle pietre, che rischiavano di rovinarle irrimediabilmente il paesaggio, concesse a Bora di regnare sul luogo della sua disperazione e le affidò la spada di Tergesteo con il potere -in caso di pericolo – di chiamare venti di tempesta in difesa del suo Regno. E Cielo, per non essere da meno di Terra, concesse a Bora di rivivere ogni anno i suoi tre, cinque, sette giorni di splendido amore. Allora, e solo allora, Bora smise il suo pianto.Le storie dei grandi amori finiti male commuovono sempre e anche la grande Madre Natura sentì un piccolo nodo alla gola nel vedere la disperazione di Bora. E così dal sangue di Tergesteo fece nascere il Sommaco, che da allora inonda di rosso l’autunno carsico. Anche Adriatico non volle essere da meno e diede ordine alle Onde di lambire il corpo del povero innamorato ricoprendolo di conchiglie, di stelle marine e di verdi alghe. Così che questo si elevò alto verso il cielo diventando più alto di tutte le alte colline, che già coprivano quest’angolo di mondo. E i primi uomini giunti su queste terre si insediarono sulla collina di Tergesteo e vi costruirono un Castelliere con le lacrime di Bora divenute pietre. Con il passare del tempo il Castelliere divenne una città, che in ricordo di Tergesteo venne chiamata Tergeste, dove ancora oggi Bora regna sovrana, soffiandovi impetuosa: ”chiara” fra le braccia del suo amore, “scura” nell’attesa di incontrarlo.

(foto tratta dal web)

Questa è una ricetta ideale se vi aspetta una giornata particolarmente intensa e piena di impegni, in quanto è sufficiente avere a propria disposizione un vaso di vetro ermetico: io vi ho inserito un bel pezzotto di arista di maiale, un paio di rametti di rosmarino, uno spicchio d’aglio, qualche chiodo di garofano e qualche bacca di ginepro, un pizzico di sale aromatico (ne preparo alcuni vasetti in anticipo con sale grosso, uno spicchio d’aglio e aromi e spezie a volontà) e mezzo litro di latte, poi ho chiuso il coperchio e ho posizionato il contenitore nella lavastoviglie, tra i piatti del pranzo da lavare, ho fatto partire il lavaggio lungo e la sera mi sono limitata a terminare la cottura.
Una volta  estratto l’arrosto dal forno l’ho affettato per poter terminare la cottura in padella con il latte di cottura, che poi, estratta la carne, ho addensato con un po’ di farina e ripassato al minipimer per ottenere una crema (confesso di averci aggiunto un pizzico di grappa, ci stava benissimo); ho accompagnato la carne con del pane appena sfornato e una bella insalata di cavoli cappucci, delicatissima e deliziosa!

15 pensieri su “Arrosto al latte (ma cotto nella lavastoviglie!)

  1. Ciao Tatiana, che bella la leggenda ed hai scelto la stessa foto che vevo messo io tempo fa.
    La cottura in lavastoviglie laconosco 😉 come conosco questa meravigliosa lonza morbidissima. Mi è arrivato il “soffio” di bora e ti ringrazio moltissimo, un baseto e te lo ripeto: hai fatto bene ad “emigrare” 😛

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    • Cara Libera, grazie di essere passata, per me è un onore visto che questa metodologia di cottura, a dir poco geniale, me l’hai fatta conoscere tu! Quella foto è stupenda, famosissima e ricorre spesso negli archivi storici, come si poteva non divulgarla?

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  2. Ciaoo grazie di esserti aggiunta solo che dal tuo avatar non si arrivaal blog e dovuto fare delle ricerche ma ti ho trovata. Sono anch’io un amica di Libera e saprai che sono a Trieste. La foto dell’amgolo di bora l’ho anch’io sul mio blog con la storia della bora, filmati di quella degli anni scorsi ecc.
    Non trovo dove aggiungermi che sia accecata data l’età…..
    Buona domenica.
    PS.
    La cottura in lavatrice è stata riportata tempo fa su diversi giornali, settimanali non solo di cucina.

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    • Ciao, innanzitutto benvenuta nel mio angolino, anche se non so com’è che dall’avatar non si arriva al blog: dovrò fare delle ricerche, anche se confesso di essere ancora un po’ imbranata con Worpress!
      Per quanto concerne questa metodologia di cottura l’ho appresa, e successivamente approfondita, grazie a Libera: con piacere ho effettuato “l’esperimento” perchè sento tanta diffidenza in merito, mentre secondo me è una possibilità da diffondere…
      Ora vedo un po’ come ti puoi “aggiungere” perchè sinora ci sono riusciti tutti, ma anch’io ogni tanto mi perdo e non ci riesco con alcuni blogs…. vedrai che prima o poi ce la facciamo!
      Un caro saluto!

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      • Non ti preoccupare io da Live Mail della Microsoft mi hanno spostata su Worpress ma mi sono tolta ovvero il blog ce sempre perchè lo trovo troppo complesso ed ho preferito blogger. Probabilmente l’uno e l’altro avranno cose buone e non buone ma come fac ilità a detta di chi li conosce entrambi WordPress è il più complesso poiovviamente conoscendolo diventa facile, Io con WordPress ho perso tutte le mie foto perchè nel passaggio dicevano ok, invece….
        Immagino altri si ma io ho trovato come iscriviti qui in fondo a destra ma solo come email forse e li che mi devo iscrivere se cosi faccio click.
        Non ho capito sei di Trieste o sei migrata???? Ciaooo e ancora buona domenica.

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  3. Anch’io ero su blogger e avevo un blog con altre due “amiche”, poi però una di queste amiche si è rivelata una carognetta e ha cancellato il blog, facendomi perdere tutto il materiale. Ho voluto cambiar vita completamente, piattaforma compresa, e ricominciare da me, nella libertà più assoluta e, credimi, è una sensazione impagabile, anche se so che il blog anrà molto a rilento a causa del pochissimo tempo libero a mia disposizione!
    Sì, sono sempre a Trieste, e chi mi schioda???
    Un bacione!!!

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    • bella gioia fa una cosa penso che anche con wordpress sia possibile, perchè non scrivi quando hai tempo e poi programmi per pubblicazioni??? in questo modo hai sempre qualcosa che viene postato e magari quando hai un mom di tempo scrivi più cose. Io faccio cosi nonostante sia in pensione ma preferisco perchè ovviamente il pc non è la mia priorità.
      Guarda che se eri amministratrice tu puoi riprendere il blog per copiare tutto perchè fino a 3 mesi mi sembra ma forse anche di più 6 non vorrei sbagliare lo lasciano in ibernazione anche se risulta cancellato ma lo puoi ripristinare, prova dai.
      Ciao mula!!!!!!
      Zona di Trieste??? zona no indirizzo :-DD
      Ciaoooo

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  4. Purtroppo la velenosa prima mi ha eliminata dal ruolo di amministratrice e poi ha cancellato il blog, quindi non ho alcuna possibilità di farmi una copia: quando glielo chiesi mi risposte di copiarmi tutto su dei fogli word…capirai, qualcosa come un centinaio di posts, ben sapendo che sul pc non ho l’office! Bastava mettermi in grado di ricopiare tutto il blog, ma la cattiveria spesso è gratuita…non fa niente, ricomincio da me e sono certa che ne uscirà qualcosa di carino e fatto con passione!
    Ah, abito tra Roiano e Gretta… e tu? Un baseto!!!
    PS: per ora mi sto organizzando “alla buona” per crearmi dei posts un po’ alla volta, ma devo ancora prendere dimestichezza con le bozze….

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    • Veramente una rom….pecatta ma pazienza vorrà dire che il tuo sarà ancora più bello. Abito S,Giovanni.
      Beh poca alla vota sarà un capolavoro e tutto tuo. Se ti sreve aiuto chiama se posso sono qui.
      Un abbraccio cocola un baseto buona dormita e buona settimana a presto.
      Ciaoo

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